Le parodontiti sono un’infiammazione delle gengive che, se non curate per tempo, possono portare ad ascessi anche gravi, fino alla perdita dei denti. Per capire come prevenire e come trattare il problema, abbiamo chiesto al dottor Leonardo Priore, responsabile del Servizio di Odontostomatologia della Casa di Cura Giovanni XXII di Monastier (Treviso). “Le malattie parodontali colpiscono un’ampia fascia della popolazione, non solo in età adulta. Si tratta, infatti, di un disturbo che, in parte, è fisiologico (con l’età, le gengive tendono a ritirarsi, ndr), ma ha pure una componente ereditaria e può, quindi, colpire anche i giovani, con forme molto aggressive”.
I PRIMI SINTOMI
“Il primo campanello d’allarme – spiega il medico – è il sanguinamento gengivale, che indica la presenza di un’infezione in atto. Quando si nota del sangue lavandosi i denti, quindi, bisogna subito rivolgersi a un dentista, per svolgere un’accurata pulizia.
La semplice igiene con spazzolino e filo interdentale non basta: è necessaria un’ablazione profonda, che elimini tutti i residui di placca e tartaro dalle tasche che si sono formate tra dente e gengiva. I microbi che si annidano all ’interno, di tipo anaerobico, sono molto aggressivi e possono provocare infezioni che, oltre alla bocca, provocano danni anche gravi al resto dell’organismo”.
“In questa fase, poi, è fondamentale eseguire un sondaggio, che permetta di stabilire quanto sono profonde queste cavità. Se lo spazio supera i 4 millimetri, sarà necessario intervenire chirurgicamente, per ‘riempire’ la tasca. L’operazione, ovviamente, sarà tanto più facile quanto prima si individua il disturbo. Ma anche in presenza di denti già compromessi, perché si muovono, il paziente non si deve scoraggiare: le moderne tecniche a nostra disposizione permettono di salvare il dente prima della caduta”, prosegue il dottor Priore.
STILI DI VITA CORRETTI
“Ci sono malattie e terapie mediche che possono complicare il quadro delle parodontiti: queste infezioni sono strettamente legate al diabete e alle patologie cardiovascolari. Un’attenzione speciale, poi, va posta alle donne in gravidanza e a chi assume farmaci bifosfonati (in grado di inibire il riassorbimento osseo, ndr), perché, diminuendo la vascolarizzazione, rischiano di aumentare le possibilità di necrosi. “Detto delle possibili cure, però, è fondamentale ricordare che la prima prevenzione dipende molto dal nostro stile di vita. Il fumo aumenta il rischio di parodontiti, perché la nicotina riduce i risultati delle terapie e si deposita nelle tasche. Via libera, invece, ad un’alimentazione sana, equilibrata e ricca di vitamine. Dopo i pasti principali, bisogna sempre spazzolare bene i denti.
In commercio, si trovano dentifrici salini o a base di clorexidina che possono aiutare a prevenire i disturbi, ma è bene ricordare che usare in modo corretto lo spazzolino è la cosa più importante per evitare l’erosione dei colletti e la retrazione delle gengive”.
“Infine – conclude il medico – almeno una volta all’anno è opportuno programmare una visita di controllo e un’igiene dentale, che permetterà così anche di monitorare lo stato di salute della nostra bocca”.