L’AIOP “Associazione Italiana Ospedalità Privata” rappresenta 509 Case di cura operanti nel sistema sanitario per un totale di 55.448 posti letto e 26 Centri di riabilitazione per un totale di 2.023 posti letto. Essa svolge il proprio ruolo secondo le finalità fondamentali individuate nello Statuto sociale: sviluppare la qualificazione delle strutture associate, sostenerne la collocazione e l’attività nell’ambito dell’organizzazione sanitaria nazionale.
Attualmente il 91% degli istituti associati sono accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale (461 Case di cura con 47.967 posti letto e 25 Centri di riabilitazione con 1.947 posti letto). Le convinzioni di fondo dell’AIOP, in questo momento storico, legate alla presa d’atto di una realtà sociale in evoluzione dal punto di vista del cittadino e delle imprese, sono tre.
La prima è che crediamo in un Sistema Pubblico a gestione mista, pubblica e privata, che sia in grado di valorizzare al meglio le strutture e le risorse esistenti. Il cammino della devolution sanitaria impone certamente di mettere a punto un “pilotaggio” maggiormente sofisticato rispetto al passato, poiché la differenziazione territoriale delle prestazioni ospedaliere non data certo da oggi e l’esperienza di mobilità territoriale dei pazienti ne è una diretta conseguenza. Ma il decentramento di competenze corre il rischio – se non adeguatamente bilanciato – di allargare le disparità esistenti.
La seconda convinzione è che ci sia ancora molta strada da percorrere affinché un sistema misto cresca, per quantità e per qualità, per meccanismi di distribuzione delle risorse e per modalità di governance.
In proposito noi vorremmo:
- che vincesse l’opzione della qualità all’interno di qualsiasi tipo di struttura, dalla valutazione dei requisiti sino al controllo dei risultati;
- che si affermasse progressivamente una libertà di scelta della struttura ospedaliera nei fatti oltre che nei principi, nell’interesse dei cittadini;
- che si sviluppasse un effettivo sistema di “terzietà” nei controlli e nei finanziamenti;
- che si attuassero dei processi di accreditamento istituzionale senza preferenze e a parità di requisiti tra ospedali pubblici e ospedali privati (case di cura accreditate).
La terza convinzione, infine, è che l’Aiop svolga non solo una legittima funzione di rappresentanza degli interessi dei propri iscritti, ma contribuisca a far crescere una cultura di accesso, di gestione e di sviluppo dei servizi ospedalieri nell’interesse del Paese.
Sulla base di tali convinzioni è nato e si sono sviluppate, appena nell’ultimo biennio, diverse iniziative editoriali di forte valenza scientifica. La più autorevole è senz’altro la pubblicazione del secondo Rapporto su “Ospedali & Salute”, edito da Franco Angeli, sul sistema ospedaliero pubblico e privato in Italia. L’indagine annuale ha lo scopo di “accompagnare” la crescita di un sistema ospedaliero misto, nel quotidiano sforzo di quegli operatori che mirano a creare un set di servizi migliori, mettendo a disposizione delle famiglie italiane sia le risorse delle strutture pubbliche sia le risorse delle strutture private, in un quadro di equilibrato mix tra accordi di collaborazione e un sistema di legittima competizione tra le diverse strutture.
Proprio in questo secondo rapporto, abbiamo rilevato che:
- cresce il peso relativo della componente privata accreditata da un anno all’altro, in termini di numero di ospedali, di numero di posti letto, di numero di pazienti, di numero di giornate di degenza, di numero di addetti;
- aumenta in parallelo anche la qualità delle prestazioni, misurate attraverso i due indicatori del “peso medio” e del “case mix”, ma anche dei DRG di alta specialità (come pure attraverso la presenza importante all’interno del mondo privato accreditato, del settore protesico e delle strutture di emergenza);
- al contrario, resta fermo il valore del punto DRG negli anni, anche se aumenta, come è ovvio, l’inflazione accumulata e il costo del personale, con il risultato che l’onere per il settore privato accreditato rispetto al totale della spesa ospedaliera pubblica resta bloccato al 7,9% negli ultimi due anni, dopo essersi via via abbassato rispetto all’8,9% del 1999;
- si assiste infine ad una situazione di libertà di offerta “controllata”, sulla base dei controlli dei Sistemi Sanitari Regionali che, attraverso l’introduzione dei “tetti” di budget o di numero di prestazioni o addirittura attraverso forme di regressione tariffaria, frenano in qualche modo lo sviluppo del sistema privato accreditato.
L’effetto più rilevante di quest’ultimo dato è che la libertà di competizione delle aziende ospedaliere risulta limitata, anzi più limitata che in altri Paesi europei come l’indagine ha evidenziato. Sono stati poi individuati alcuni altri fenomeni-chiave, afferenti invece ai comportamenti e alle opinioni delle persone, che permettono di mettere in luce come:
- il “sistema misto” si stia consolidando nella visione dei cittadini come una realtà, entro la quale esercitare il proprio diritto di scelta;
- manchi tuttavia ancora un’adeguata informazione su tali opportunità di scelta tra pubblico e privato accreditato, per le quali si chiedono delle adeguate campagne informative che dovrebbero essere organizzate dalle singole Regioni o dalle Asl;
- si sia verificata una crescita di “esperienza” ospedaliera da parte dei cittadini, che porta questi ultimi a dare valutazioni maggiormente ponderate rispetto alle strutture pubbliche come pure rispetto alle strutture private;
- ma – fatto ancora più importante – tale esperienza si sia arricchita anche della consapevolezza che esiste un necessario rapporto tra maggiori benefici e maggiori oneri, visto che ben 4 cittadini su 10 dichiarano di essere disposti a pagare più tasse oppure a sostenere una più elevata spesa diretta sia nel pubblico che nel privato, in cambio di maggiori opportunità di scelta tra le diverse tipologie di ospedali presenti sul proprio territorio.
L’auspicio è che il patrimonio dell’ospedalità privata in Italia possa essere maggiormente valorizzato e promosso per costituire un’occasione di confronto, utilizzabile per far crescere ulteriormente la società italiana, come operatori, come decisori e come opinione pubblica.